Intervista esclusiva al multiforme Paolo Calabresi. Da Iena a Nicolas Cage, da Boris al teatro e cinema d' autore
Luciano Berio gli disse che era un miserabile. Un termine ottocentesco che lo colpì più di qualsiasi insulto e che non potrà mai scordare.
“Recitare è un gioco che ha delle regole ferree. Se non le rispetti sei fuori. Basta guardare dei bambini che giocano per capirlo. ‘Adesso facciamo che tu eri il Re Leone e io suo figlio’. Se non rispetti quel ruolo il gioco finisce senza neanche bisogno di dirlo”: Paolo Calabresi, che abbiamo imparato molto bene a conoscere grazie alle sue imprese da Iena, ma che ha alle spalle esperienze di apprendistato teatrale prestigiose, non crede che il suo lavoro (“fingere di essere qualcun altro”) che ha procurato a tanti spettatori divertimento, risate e leggerezza, vada preso alla leggera. Se chi lo fa lo vuol fare bene. Lui lo ha fatto in tanti modi. Nel piccolo e nel grande schermo, nel talk d’intrattenimento e nelle serie tv, nelle soap e nel teatro d’autore. Si tratta insomma di una soggettività sfaccettata ed esigente, l... continua
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