Migliore regia a Cannes grazie al fantasma nel cellulare: “personal shopper” di Olivier Assayas
Messaggini diabolici, moquette insanguinata, porte che si aprono e si chiudono per lasciar passare l’invisibile.
Non è facilissimo capire cosa fa una personal shopper, la professione della protagonista che dá il titolo al film: la quale passa buona parte della giornata a visitare importanti atelier tra Parigi e Londra per prendere in prestito capi di alta moda per conto di una star globalizzata troppo impegnata nella promozione di se stessa e delle cause di interesse planetario in cui è coinvolta per avere il tempo di farlo personalmente.
Poco male, perché tutto questo fa da sfondo sfuggente e provvisorio ad una storia di fantasmi tra le più misteriose e inquietanti raccontate di recente dal cinema. Fantasmi. Come chiamate il ritorno indecifrabile di un fratello gemello morto improvvisamente per una malformazione congenita al cuore? (La stessa della protagonista: il medico le dice che è meglio che non subisca violente emozioni – e giustamente Anthony... continua
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