Minorca: l’isola più verde delle Baleari
I minorchini sono i campioni del mondo nel tiro con la fionda.
Celebre per le spiagge e l’acqua cristallina, Minorca è molto ricercata soprattutto da chi vuole rilassarsi con la famiglia o con gli amici.
Tra le isole Baleari non è quella nota per la movida notturna, essendoci solo pochi pub, non vicini l’uno l’altro e raggiungibili solo con la macchina o viaggi organizzati.
Quello che pochi sanno è che Minorca è la più verde delle isole dell’arcipelago. La superficie non arriva ai 700 chilometri quadrati, si estende per 48 km, in lunghezza e 16 km in larghezza. Il nord è definito collinare, con spiagge anche di sabbia rossa, il sud più pianeggiante, con spiagge di sabbia fine e bianca.
Meraviglioso il Camì de Cavalls, un percorso che circonda l’intera isola e lungo 185 km., ideale da percorrere a cavallo. La sua funzione fin dal principio era quella difensivo e da collegamento con le varie zone dell’isola in caso di bisogno e attacco da parte del nemico. La partenza del percorso è fissato a Mahon, ma, essendo rotondo, può prendere avvio in qualsiasi punto. Ci sono pannelli che riportano le informazioni utili ogni 50-100 metri, a dare un’idea di orientamento, per non perdersi. Lungo la via si vedono prati con animali al pascolo, mucche, rocce, spiagge incontaminate e tratti di strada asfaltata. Ideale da fare a cavallo o a piedi, ma non dimenticare un cappello e una bottiglia d’acqua.
Se si affitta un’auto o si decide di fare un tour organizzato in jeep o in sidecar, si deve vedere l’entroterra. Tra le maggiori attrazioni la cava di Santa Ponc, di pietra calcarea grigia (dura) e bianca (friabile), oggi chiusa, per far spazio, dagli anni ’60, al cemento.
Il monte Toro, il più alto dell’isola, di 357 metri ospita un convento di monache ed una torre di vigilanza.
San Roca è il bosco privato più grande dell’isola. Il proprietario iniziò a costruire qui agli inizi degli anni ’90, in modo illegale, generando così manifestazioni da parte dei minorchini. Oggi è tutto protetto, non si può più costuire in questo luogo.
Dal 1993 l’Unesco ha dichiarato l’isola Riserva della Biosfera, dove c’è equilibrio tra impatto naturale e presenza umana. Non si può costruire olre i 2 piani e alcune attività non si possono fare. La pesca per esempio ha molte restrizioni, solo i professionisti possono.
Inoltre c’è moltissima poseidonia, una pianta marina che, sembra nociva e non bella alla vista, ma, al contrario, serve moltissimo perché ossigena l’acqua, la pulisce e le conferisce l’aspetto di “trasparenza”.
Se si vuole pranzare con prodotti locali si consigliano i ristorantini spartani vicino alle fattorie, dove si possono anche acquistare le prelibatezze del posto a prezzi abbastanza abbordabili.
Tra questi il formaggio Maho minorchino, anche premiato come il migliore della Spagna nel 2015, con le diverse tipologie in base alla fase di stagionatura raggiunta ed il salame Carniciua al pepe nero e bianco. Il tutto da accompagnare con la Pomada, la bevanda locale di origine inglese, preparata col gin e la limonata.
Per alternare l’entroterra alle spiagge, si può fare un bagno nelle innumerevoli acque delle cale che tappezzano l’isola. Spesso sono spiagge raggiungibili facendo un po’ di strada a piedi e non sempre di facile percorrenza, quindi quelle più adatte a famiglie coi bambini sono le seguenti:
baia di Santo Tomas (sud), Son Bou (la più lunga dell’isola), Arenal d’en Castell (nord-est) e Binibeca (a sud-est dell’isola). Tutte sono facilmente raggiungibili, con un parcheggio esterno, bagnini che controllano la sicurezza dei bagnanti e servizi/ bar.
A inizio giugno il tempo non è sempre dei migliori e il vento potrebbe rovinare la permanenza piacevole sulla spiaggia. L’acqua non è neppure caldissima. Consigliato vivamente recarsi in loco tra fine giugno e settembre. Se si vuole evitare il picco di alta stagione e dunque l’affollamento di turisti vacanzieri allora evitare agosto. Portare sempre un maglione per la sera, ricordarsi che è un’isola molto ventosa.
Portare la patente di guida, per affittare una macchina e andare alla scoperta dell’isola. Le scarpe da ginnastica sono preferibili ai sandali per le passeggiate in mezzo alla natura.
Se si viene per la movida, solo luglio ed agosto, ma non aspettatevi che l’isola offra tanto in questo senso.
Carino affittare un kayak dalle spiagge che forniscono il servizio e magari fare un bagno a largo o in una caletta difficile da raggiungere a piedi.
Far caso al colore rosso di alcune case. “Rosso inglese” per l’influnza appunto degli inglesi del XVIII secolo, che hanno voluto dipingere il fondo delle barche di questo colore, perché più semplice da pulire dal sangue. Il colore è diventato un simbolo per molte costruzioni negli anni a seguire. Anche i locali, biondi con gli occhi chiari hanno origini inglesi.
Se amate il pesce non temete, lo potete assaggiare in tutta l’isola. Da non perdere la paella al nero di seppia, anche in un ristorante del centro di Ciutadella.
Osservate le barche locali, dette Llaut, in legno come vuole la tradizione fino agli anni ’80, quando la fibra d’acciaio ha preso il sopravvento. Il legno usato era di quercia, olmo o pino. I maestri falegnami che realizzano le imbarcazioni non sono molti sull’isola, ma il più noto è Miquel Huguet.
C’è un’università con 3 indirizzi di studio, tra cui quello turistico. Sono previsti anche molti scambi con università straniere.
Non andate via senza aver comprato le minorchine, i sandali locali, amati perché comodissimi e disponibili in molti colori.
Per gli amanti delle altezze, ci sono 7 fori ancora presenti sull’isola e ancora funzionanti. Il foro più alto risale al 1856 ed è ricavato da una cava e alto 90 metri sopra il livello del mare. Essendo in mezzo al Mediterraneo Occidentale, l’isola è sempre stata strategicamente molto importante e invasa nei secoli. Da considerare che il porto di Mahon è il secondo porto naturale del mondo, dopo quello di Perl Harbor.
Una curiosità interessante: i minorchini sono i campioni del mondo nel tiro con la fionda. Furono i Romani a dar loro il nome di Baleares, che dal latino vuol dire appunto maestri della fionda. Gli abitanti furono inoltre usati come mercenari nelle guerre, perché abili frombolieri. Annibale ne aveva 400 con sè e tutti provenienti da Minorca.
Non resta che decidere il periodo in base alle proprie esigenze e far visita a questa splendida isola, che regala tranquillità a tutti gli amanti della natura, del mare, delle passeggiate a piedi o a cavallo e delle gite all’avventura.
Valentina Della Rocca