Il Ramadan visto dagli occidentali
Il digiuno dei musulmani comincerà il 6 giugno per terminare il 5 luglio, ma sempre, dopo il tramonto feste, fumo, spreco e cibo a volontà.
Tra pochi giorni inizierà il Ramadan, che, nel nono mese del calendario lunare dei musulmani, rappresenta uno dei cinque pilastri dell’Islam. Seppur con alcune differenze dovute alla cultura e alla provenienza delineate nel corso del tempo, i fattori comuni sono i seguenti e tutti i musulmani dovrebbero rispettarli: digiunare dall’alba al tramonto, evitando di mangiare e bere, pregare le cinque volte previste dall’Islam ed imporsi disciplina evitando di fare attività sessuali e fumare. Ovviamente queste “regole” valgono solo per gli adulti che siano arrivati a raggiungere la “shahada”, ossia la professione di fede, un pilastro fondamentale su cui si basa l’Islam, senza il quale non si può essere considerati credenti. Sono esenti coloro che sono in viaggio, gli anziani, le donne in fase di ciclo mestruale, gravide o in fase di allattamento e chi ha malattie croniche.
Quanto dura e quando è permesso mangiare?
Il Ramadan dura 30 giorni e si conclude con la festa chiamata “Eid-al-Fitr” che si protrae per qualche giorno e si celebra con danze, canti e cibo per le strade delle città e nelle case, invitando amici e famigliari per pranzo e cena.
Durante il Ramadan è permesso mangiare quando tramonta il sole e, solitamente, si consumano datteri e si beve dell’acqua e, a seguire la cena, l’iftar.
Cosa si mangia in questo arco di tempo?
Ovviamente dipende da paese a paese, per via delle diverse tradizioni e usanze.
Per esempio in Nord Africa solitamente il cous cous con agnello e uvetta. In Giordania e Siria i dolci alle nocciole, cocco e zucchero, katai. In tutto il mondo arabo i succhi di frutta sono le bevande preferite e quello alla liquerizia in Nord Africa, perché sembra aiuti ad alzare la pressione del sangue.
Nel Corano viene menzionato questo pilastro così fondamentale, che ogni anno, entra nelle case dei musulmani travolgendo la quotidianità e abitudini alimentari.
Nella sura al Baqarah al versetto 185 si legge “nel mese di Ramadan è stato fatto discendere il Corano, guida per gli uomini contenente chiare prove di retta guida e distinzione”. Quindi si invita a leggere il Corano ancora di più durante il mese di digiuno. Nella stessa sura al versetto 183 è scritto “O voi che credete, è prescritto il digiuno come lo era per coloro che venivano prima di voi. Forse sarete timorati” e qui si può vedere che non sono solo i musulmani a digiunare, ma anche i credenti di altre religioni, come i cristiani e i giudei.
Continua poi al versetto 187, “Nelle notti del digiuno è permesso giacere con le vostre donne” e continua “Mangiate e bevete finchè, all’alba, possiate distinguere il ‘filo bianco’ (le prime luci del mattino) dal ‘filo nero’ (la notte), perciò, fate digiuno fino alla notte” così la giornata cambia, da quella solita, durante gli altri mesi dell’anno. Si mangia di notte, prima che sorga il sole.
Ma perché si digiuna?
Noi, da occidentali, spesso non ne capiamo le ragioni, tendiamo ad accettarlo come parte integrante della religione musulmana limitandoci ad osservare dall’esterno senza però addentarci nel vero significato e nell’importanza che questo può avere per chi abbraccia l’Islam.
È un rituale religioso, non un castigo per espiare dei peccati. Ai musulmani viene richiesto dunque di controllarsi senza diventare succubi dei desideri, cercando di avere una personalità il più possibile equilibrata. Col mese del digiuno ci si prepara a caricarsi spiritualmente soffermandosi sul rafforzamento della propria forza di volontà. Quindi la ragione e l’anima dovrebbero controllare i desideri e, astendendosi per un mese (solo durante il giorno) dal mangiare, fumare, bere e fare attività sessuali, non si è schiavi delle pulsioni e l’anima e lo spirito hanno la meglio sui desideri.
Inoltre, digiunando, si possono capire le sofferenze di chi ha poco da mangiare e da bere nella vita di tutti i giorni. In tale modo si entra i contatto con la parte del mondo che non ha possibilità, che vive di stenti, cercando di capirne, seppur in modo sommaria, le difficoltà.
A tale proposito però molti occidentali hanno delle perplessità, in quanto, nella maggioranza delle situazioni, si vedono musulmani mangiare come “assatanati” appena cala il sole. Controllarsi dunque? Non mangiando tutto il giorno e poi strafogarsi la notte? Spesso non si trova il senso logico... È indubbiamente meritevole il significato che si da’ al Ramadan e l’importanza che ha per i credenti ma bisogna anche capire che, come sembra, molti seguono il rito più per abitudine e tradizione, che per una reale consapevolezza di quello che dovrebbe aiutare a raggiungere.
Personalmente, avendo vissuto per anni nei paesi arabi, essendo stata sia nel Maghreb che nei Paesi del Golfo, anche durante il mese del Ramadan, posso dire che, non si vede nessun musulmano mangiare per strada o disobbedire in modo esplicito alle regole, ma, una volta che cala il buio, apriti cielo! Che le danze abbiano inzio e si mangia, si canta, si fa l’amore e si fuma, quasi senza mezze misure e allora mi chiedo? Perché provare tanta sofferenza se poi tutto quello che non si è fatto durante il giorno si fa di notte, anche in maniera più intensa?
Poi, ovviamente, ci sono i musulmani che seguono alla lettera e si mettono davvero di impegno per cercare di raggiungere “l’equilibrio”.
E’ incredibile quanta forza d’anima abbiano e quanto davvero siano fedeli all’Islam e quanto siano pure e sentite le preghiere giornaliere.
Molti viaggiatori, anche se esenti, digiunano ugualmente e per loro, come per alcune persone che fanno determinati lavori, è ancora più difficile. Basta pensare che, quando il Ramadan cade in mesi estivi ci sono temperature talmente alte che è davvero difficile sopportare la mancanza dell’acqua e del cibo, quindi si capisce la fame che arriva con l’iftar e quanto si possa desiderare una sigaretta, per chi ne soffre la dipendenza e un bel bicchiere d’acqua per dissetarsi.
I turisti, che non seguono la religione dell’Islam e che si trovano in un paese a maggioranza musulmana nel mese del Ramadan, posso avere molti problemi a trovare ristoranti e bar aperti durante il giorno. Molti, per questioni di ovvio lavoro e di stipendio, decidono di tenere aperti e guadagnare, ma in rari casi succede, soprattutto se si sta digiunando a propria volta e si deve cucinare per altre persone. È una doppia tortura. Si consiglia sempre di informarsi sulle date di inzio e di fine Ramadan, se si vuole viaggiare senza problemi, anche se dopo il tramonto si assiste a vere e proprie feste, che, a mio parere, vale la pena vedere almeno una volta nella vita. Trovare posto a sedere in un locale per cena è molto difficile e spesso, i musulmani, sono seduti davanti al piatto che andranno a mangiare, già molto prima dell’orario di “rottura” del digiuno.
Poi ci sono i “turisti” che vogliono provare, anche solo per qualche giorno, e si astengono, con seri problemi, dal mangiare e fumare per capire i propri limiti più che per un significato religioso.
Valentina Della Rocca